Recentemente è stato sospeso l’account Facebook di un certo Mark Zuckerberg. L’avete mai sentito nominare? Si, il nome è quello del creatore di Facebook, ma la vicenda di cui voglio parlarvi tratta un caso di omonimia.
Non dev’essere così semplice nel 2011 potersi chiamare Mark Zuckerberg. Ne sa qualcosa un avvocato quarantottenne di Indianapolis, esperto di diritto fallimentare, che il 9 maggio scorso si è visto bloccare il proprio account con l’accusa di furto d’identità. “Vengo spesso contattato da utenti che lamentano il cattivo funzionamento del social network” ha raccontato, “e due anni fa mi venne anche rifiutata l’iscrizione a Facebook“.
Come se ciò non bastasse mentre se prima su Google uno cercava Mark Zuckerberg subito si trovava come primo risultato il suo sito, mentre ora è inutile dire che è finito molte pagine addietro.
Zuckerberg comunque ,dopo aver presentato documento d’identità, patente di guida, passaporto, certificato di nascita e tanto altro, è riuscito a riottenere l’attivazione del proprio account, sperando che questa volta abbia definitivamente risolto il problema.