Uno degli argomenti che accende la rete ultimamente, è il dibattito su quale sia la tecnologia in qualche modo migliore tra Flash e HTML5 per lo sviluppo di pagine e applicazioni per il web. A mio modesto parere, è importante dedicarci un po’ di attenzione perché potenzialmente il risultato potrebbe cambiare molto dell’esperienza utente che offre internet. In questo articolo daremo un’occhiata da lontano alle due tecnologie, focalizzando l’attenzione su quello che offrono all’utente sia come esperienza, sia come vantaggi, per poi concentrarci sugli avvenimenti principali della diatriba, passando per le affermazioni dei personaggi più in vista sulla rete.
Da qualche tempo il web si sta riempiendo di siti internet che offrono molto più che una semplice struttura statica da consultare. Crescono le Rich Internet Application (RIA), ovvero delle applicazioni che ricordano molto i programmi eseguibili sul nostro computer, che però non necessitano di installazione sulla memoria. L’utente interagisce con queste RIA attraverso un Web Browser e la risposta viene calcolata in remoto. Il web si trasforma anche in una libreria di filmati e di tracce audio, grazie alle varie soluzioni che sono nate per usufruire dei contenuti multimediali in streaming.
Adobe Flash ha avuto un ruolo da protagonista nel creare il web che conosciamo. Si tratta di un software che permette principalmente di manipolare immagini vettoriali, tuttavia ha anche la possibilità di elaborare testo, oggetti bitmap e contenuti multimediali di vario tipo grazie anche al linguaggio di scripting interpretato ActionScript (che paradossalmente ha delle radici comuni con JavaScript). Adobe rilascia gratuitamente Flash Player, un software che ci permette di visualizzare questi programmi, largamente utilizzato come plugin per Web Browser. Il suo vantaggio è quello di dare allo sviluppatore enormi possibilità, obiettivamente non tutte rappresentabili in modo banale dalla controparte, al costo però di un utilizzo eccessivo delle risorse dell’utente.
HTML è un linguaggio di markup, ovvero limitato alla semplice impaginazione di contenuti statici. La sua versione HTML5, verrà standardizzata e rilasciata per luglio 2014, stando a quanto dice il consorzio che storicamente si occupa di definirne le specifiche, il W3C (World Wide Web Consortium). Ad oggi in sostituzione di HTML5, si utilizza un’accurata combinazione di HTML4.01, CSS3 e JavaScript, seguendo cioè l’idea e lo spirito di quello che sarà la prossima release del linguaggio. Tra le novità più importanti dei nuovi standard troviamo: la standardizzazione di dell’elemento canvas, proposto da tempo da Apple, e che permette a un linguaggio di scripting di disegnare dinamicamente all’interno di una specifica area; un sistema alternativo agli attuali cookie; standardizzazione dei Web Workers, ovvero applicazioni JavaScript; ottimizzazione degli attuali tag ed aggiunta di tag per la visualizzazione di contenuti multimediali. Il vantaggio di HTML5 è quello di essere una tecnologia open e molto leggera che deriva da strumenti già largamente diffusi e conosciuti, ma il costo lo deve sostenere lo sviluppatore, in quanto alcuni degli effetti più complessi richiederanno uno sforzo non indifferente per essere programmati.
Un luogo comune largamente diffuso è che sia Apple e solo lei a contestare alcuni aspetti di Adobe Flash (che vedremo più avanti), mentre il movimento della rete verso HTML5 è già iniziato, seppure con alcune riserve. L’azienda di Cupertino è sicuramente quella che ci è andata più pesante, con dichiarazioni forti ed azioni ancora più ferme, coerentemente con quanto già fatto in passato, non sempre con esiti fortunati. Un anno fa, Steve Jobs scrive, firma e pubblica una lettera sul sito di Apple dove spiega le ragioni della sua contestazione ad Adobe Flash ed invita a muoversi verso tecnologie open come appunto HTML5. I punti principali della sua accusa riguardano la pesantezza e la scarsa sicurezza delle applicazioni sviluppate in flash, lo scarso supporto per dispositivi mobili e dotati del solo touch screen, guardando anche alla batteria di questi, e non ultimo il fatto che sia un tecnologia completamente proprietaria. Non si ferma però qui, infatti a breve pubblica una dedicata a contenuti dimostrativi di quanto può fare HTML5, completa di guide per lo sviluppo con tale linguaggio. Non è stata però l’unica azienda a compiere un gesto del genere, in quanto quella pagina ricorda molto il testdrive di Microsoft per il proprio Internet Explorer 9. Inoltre, Mozilla ci riempie di ragioni per amare HTML5, per esempio con la sua rubrica People of HTML5, dove intervistano degli esperti chiedendo pareri su questo nuovo standard, che ovviamente non risultano mai negativi. E se non dovesse bastare, il vicepresidente della volpe infuocata Jay Sullivan ha dichiarato che Firefox abbandonerà Flash, causa di troppi crash, e nominando la sua controparte come ‘il futuro’. Anche Opera è della stessa linea di Apple e Mozilla, e non è da meno in quanto a durezza: il product analist Philip Gronvold concede a Flash 18 mesi, riconoscendogli l’importanza nel web attuale, ma ribadendo che il web è per natura open e sono standard come HTML5 quelli che meritano pieno supporto. Inoltre, lo troviamo d’accordo con Jobs nel dire che le applicazioni in Flash sono ‘insensatamente pesanti’. Concludiamo il giro di produttori di Web Browser famosi con Google, probabilmente la posizione più enigmatica. Mountain View, da un lato ha contribuito a creare una pagina che dà una larga dimostrazione di potenzialità di HTML5 e sta riscrivendo Youtube in HTML5, dall’altro nel gennaio di quest’anno ha abbandonato il supporto al codec H.264, proprietario Apple, in favore del codec open WebM. Quest’ultimo fatto è di particolare importanza perché il codec fa parte degli obiettivi di standardizzazione di HTML5.
La linea di Adobe è invece molto più moderata e meno plateale. È convinzione dichiarata degli sviluppatori che HTML5 e Adobe Flash possano e debbano coesistere, andando ognuno a ripulire i difetti e le carenze dell’altro. Lo dimostra coi fatti, contribuendo al progetto jQuery e presentando Wallaby, un software in grado di convertire animazioni flash in codice HTML5 (ancora in fase embrionale). È determinata a non cedere e salvare uno dei prodotti più di spicco del proprio, vasto e sempre di qualità, menù di software.
Secondo le mie esperienze, più volte ho trovato il prodotto di Adobe fastidioso in quanto a pesantezza ed instabilità, e sono invece curioso e contento di questa rivoluzione rappresentata da HTML5. Mi trovo d’accordo con le dichiarazioni del product analist di Opera, e come neo-web developer sono già immerso nei meandri di JavaScript alla costante ricerca di qualcosa che possa stupire chi naviga, perché credo nei mezzi di questo HTML5, ed i primi risultati mi stanno anche dando ragione.