Nuovo giorno di Olimpiadi e nuovo Doodle sull’homepage di Google, questa volta dedicato al lancio del giavellotto, sport olimpico maschile dal 1908 e femminile dal 1932. Il lancio del giavellotto vede gli atleti intenti a lanciare il più lontano possibile un’asta realizzata in metallo e fibra di vetro.
Direttamente da Wikipedia:
Le regole sono simili a quelle delle altre prove di lancio: i concorrenti hanno a disposizione un certo numero di tentativi, vengono valutati in base al loro miglior risultato, e vince chi ha raggiunto la distanza massima. A differenza degli altri lanci, non viene utilizzata una pedana circolare, bensì un’area di rincorsa, coperta dallo stesso materiale usato per le piste di velocità dell’atletica, delimitata in fondo da una striscia dipinta per terra. Gli atleti devono rilasciare il giavellotto prima di tale striscia e devono comunque uscire dalla pedana da un lato, altrimenti il tiro è nullo.
L’attrezzo per essere accettato in gara e per l’omologazione di un record deve essere conforme alle specifiche della IAAF. Il peso del giavellotto per le donne è di 600 grammi e per gli uomini 800 grammi. La pedana entro la quale l’atleta esegue la rincorsa per tirare deve essere lunga tra i 30 ed i 36,5 metri e larga 4 metri. Il tiro è valido se l’estremità della testa metallica tocca il terreno prima di ogni altra parte del giavellotto ed entro i margini interni delle linee bianche delimitanti il settore di caduta.
I giavellottisti devono raggiungere una notevole velocità durante la ricorsa per poter scagliare lontano l’attrezzo, quindi, oltre alla forza, devono avere capacità atletiche simili a quelle richieste nella gare di corsa o di salto. Per questo le caratteristiche fisiche dei giavellottisti sono più vicine a quelle dei velocisti o dei saltatori, piuttosto che alle strutture massicce degli altri lanciatori. L’attuale primatista mondiale (il ceco Železný) nella categoria juniones (fino a 19 anni) è stato un ottimo decatleta. Il tiro del giavellotto fa parte del programma olimpico sin dall’inizio delle Olimpiadi moderne.
Il tiro del giavellotto, nella tecnica moderna, viene solitamente preparato attraverso una rincorsa “particolare”, formata principalmente da due fasi: la fase ciclica e quella aciclica.
Nella prima fase, quella ciclica, l’atleta imprime una non eccessiva accelerazione alla sua rincorsa, correndo in posizione frontale e raggiungendo una velocità che gli consenta comunque di gestire al meglio gli ultimi delicati passi che precedono il tiro. Il passaggio alla seconda fase di tiro, quella aciclica, avviene grazie al gesto tecnico conosciuto comesfilata, nel quale l’arto che impugna il giavellotto si distende e l’atleta procede con una corsa laterale caratterizzata dai classici passi incrociati. Esistono diverse tecniche di sfilata, tra i quali quella classica e quella molto spettacolare ed impegnativa della sfilata alla Zelezny.
La fase aciclica è la fase fondamentale del tiro, poiché culmina col rilascio dell’attrezzo: i passi incrociati (che variano in numero a seconda della preparazione fisica e della tecnica dell’atleta) terminano col passo impulso, un passo più lungo degli altri che porta il corpo verso la fase di puntello, dove la gamba sinistra (per un atleta destrorso) si blocca puntandosi alla pedana e facendo ruotare tutto il corpo su di essa. È importante che il puntello avvenga ad una distanza tale dalla linea bianca che sia possibile anche il recupero, ovvero l’arresto completo del corpo dopo la frustata di rilascio dell’attrezzo. Molti sono gli aspetti da tenere in considerazione per un buon tiro: l’impugnatura, l’importantissimo gioco di gambe, la rilassatezza dell’arto lanciante e molte altre finezze, che sono diverse per ogni lanciatore, e che si affinano solo attraverso ripetute prove in allenamento.
Il record del mondo del tiro del giavellotto è di 98,48 metri per gli uomini, stabilito dal ceco Jan Železný il 25 maggio 1996 a Jena (Germania) e di 72,28 metri per le donne, stabilito dalla ceca Barbora Špotáková il 13 settembre 2008 a Stoccarda (Germania).