Nel 2007 sul web si affacciò un servizio musicale molto rivoluzionario per gli appassionati della musica. Il suo nome era Grooveshark e consentiva di ascoltare la musica (il servizio è andato sempre più crescendo con un brano sempre maggiori di canzoni che potevano essere caricate anche dagli utenti) in streaming dal web, senza pagare nulla.
Il problema che mi sono sempre posto (e come me tantissimi altri) era quello di capire se rispettasse o meno diritti d’autore e le tante altre “chicche” che regolano il mercato musicale, visto che in tanti caricavano le canzoni mp3 dopo averle scaricate illegamente dal web. E infatti a circa 8 anni dalla chiusura Grooveshark chiude i battenti, apparentemente proprio per questo motivo.
Sul sito ufficiale è possibile leggere un testo di saluto, in cui viene spiegato che hanno fatto tanti errori in questi anni, uno su tutti quello di distribuire la musica senza poter garantire le licenze ai produttori e che dunque chiedono scuse a tutti chiudendo il servizio e lasciando il copyright del sito, delle app mobile etc., proponendo di passare ad altri servizio come Spotify, Deezer, Google Play Music, Beats Music, etc. che invece rispettano i diritti d’autore.